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Tria, disgregazione Ue non è colpa Italia

“Il processo di disgregazione europea non viene dall’Italia, ma dal rifiuto di molti Paesi europei a collocare le ragioni dello stare insieme in una comune strategia di crescita non solo europea, ma all’interno di una collocazione geopolitica ed economica”. E’ l’ analisi del ministro dell’ Economia Giovanni Tria intervenuto oggi a Napoli a un convegno promosso dal Cnr sui temi dell’ area Med. “L’insistenza delle istituzioni europee a non affrontare le questioni in tempo – ha sottolineato il ministro – è uno dei nostri principali problemi. I Paesi europei continuano a farsi la guerra tra loro nello scacchiere del Mediterraneo e non riescono a concepire una visione d’insieme”.

Ora, la frontiera dello sviluppo “è l’Africa – aggiunge – lo hanno capito i Paesi asiatici e la Cina in particolare. Non l’Europa”. Tria va dritto al punto. Sul banco degli imputati “i Paesi europei che si sono distinti per farsi la guerra anche per ragioni economiche contribuendo alla destabilizzazione dell’ area Med”. “È evidente – sottolinea il responsabile delle Finanze – la difficoltà dell’Europa di guardare al Sud. L’Europa del Nord non capisce che non c’è sviluppo al Nord. La crescita e lo sviluppo del futuro non è nel Baltico. A Est abbiamo problemi perché ci si scontra con i nuovi nazionalismi e la ricerca di accordi con la Russia è complicata. La frontiera dello sviluppo è l’Africa, lo hanno capito i Paesi asiatici e la Cina in particolare. Il problema della regolazione dei flussi migratori va visto in questo ambito”. “Vi è consapevolezza di questo in Europa? – si chiede il ministro – Difficile essere ottimisti” la risposta.

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