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Marchionne era in cura per grave malattia

Sergio Marchionne era in cura all’Ospedale di Zurigo da oltre un anno per una grave malattia. Per la prima volta parla la clinica svizzera, che nei giorni scorsi ha mantenuto una cortina di silenzio sulle condizioni del manager. Marchionne “da oltre un anno si recava a cadenza regolare presso il nostro ospedale per curare una grave malattia. Nonostante il ricorso a tutti i trattamenti offerti dalla medicina più all’avanguardia, il signor Marchionne è purtroppo venuto a mancare” precisa l’Ospedale Universitario di Zurigo “oggetto di diverse voci tendenziose da parte dei media relativamente alla sua cura” e costretto a intervenire “per frenare il susseguirsi di ulteriori speculazioni“.

Un portavoce di Fca spiega che l’azienda “non è in grado di commentare” e che “per motivi di privacy sanitaria, la società non aveva conoscenza dei fatti relativi allo stato di salute del dottor Marchionne”. A conferma della ricostruzione di Fca arrivano le prime parole della famiglia del manager. “Alla fine della scorsa settimana Fca è stata informata che Sergio Marchionne non sarebbe più stato capace di tornare al lavoro, senza aggiungere altri dettagli”, si legge in una nota della famiglia (inviata all’ANSA), che ringrazia tutti coloro che hanno mostrato il loro supporto e condiviso il suo dolore e chiede il rispetto della privacy.

E’ ancora una giornata di dolore sulla morte di Marchionne. Qualcuno ha portato una rosa davanti alla casa che aveva comprato in centro a Torino. E sono tanti i messaggi di cordoglio. “Ciao Sergio, sei stato un vero amico oltre che un uomo straordinario: Lavinia ed io, insieme a Leone, Oceano e Vita, conserveremo per sempre il tuo ricordo con gratitudine e affetto, restando vicini a Manuela, Alessio e Tyler”, dice il presidente di Fca e Ferrari, John Elkann, in un necrologio sul quotidiano La Stampa. Tra i tanti necrologi anche quello di tutta la famiglia Agnelli.

E’ confermato che non ci saranno funerali pubblici, mentre sono previste due iniziative per ricordarlo a settembre, con modalità ancora da definire, a Torino e a Detroit.

Nel frattempo, l’azienda si è rimessa in moto: dopo l’approvazione della trimestrale e del crollo in Borsa con quasi 4 miliardi di capitale bruciati, il titolo Fca guadagna il 3,50% a 14,48% euro, spinta anche dall’accordo sui dazi tra Europa e Usa. In testa al listino Cnh (+10,63% a 9,93 euro), che ha diffuso da la trimestrale. Bene anche l’holding della famiglia Agnelli, Exor (+3,88% a 55,74) e Ferrari (+2,50% a 114,7).

Fca è alla ricerca del manager che guiderà le attività europee al posto di Alfredo Altavilla, che ha rassegnato le dimissioni dopo la mancata nomina al vertice del gruppo ma affiancherà il nuovo amministratore delegato Mike Manley, a cui sono andate ad interim le sue deleghe, fino alla fine di agosto. E’ in questo breve arco di tempo che Fca e il suo nuovo ad cercheranno di individuare il nome giusto. Non è escluso che la scelta possa ricadere su un manager interno come Pietro Gorlier, torinese, responsabile del brand Magneti Marelli, indicato tra i possibili successori di Marchionne. Si parla anche di un possibile ritorno di due ex di Fca Auto, Luca De Meo, oggi presidente di Seat, e Antonio Baravalle, amministratore delegato della Lavazza.

Il vicepremier Di Maio non perde tempo e chiede un incontro con il nuovo ad per parlare dell’auto elettrica: “Voglio incontrare nuovo a.d. perché vogliamo parlare con loro del nostro piano di incentivi sull’auto elettrica”, afferma il vicepremier pentastellato su La 7 parlando di Fca. “Gli dirò – ha detto – quello che avrei proposto a Marchionne per sostenere i siti Fca in Italia per produrre auto elettriche a Pomigliano“.

 

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