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L’Istat rialza il dato del Pil 2017, +1,6%, Fitch lima il 2018: crescita all’1,2%

Nel 2017 il Prodotto interno lordo italiano è cresciuto dell’1,6%. L’Istat ha infatti rivisto al rialzo di 0,1 punti percentuali la precedente stima di aprile di +1,5%. Intanto, però, da Fitch arrivano le stime sul Pil che verrà: secondo l’agenzia di rating, nel 2018 la crescita sarà dell’1,2%, come nel 2019, mentre nel 2020 si scenderà al +0,9%. I numeri di Fitch fanno parte di un aggiornamento del Global Economic Outlook. Oltre al taglio alle stime 2018 (-0,1 rispetto a quelle di giugno) nel documento si legge che la crescita italiana, nel secondo trimestre 2018, è stata “la metà di quanto prevedevamo nel GEO di giugno”.

Nel rapporto Istat, intanto, i dati sono positivi anche per quanto riguarda il rapporto deficit-Pil che nel 2017 si è attestato al 2,4%, in lieve miglioramento rispetto al 2,5% del 2016. Rispetto alla stima di aprile, pari al 2,3%, l’istituto evidenzia oggi un leggero peggioramento. Secondo l’Istat, l’anno scorso gli investimenti fissi lordi sono cresciuti in volume del 4,3%. La componente dei mezzi di trasporto è cresciuta del 37,5%, quella delle macchine e attrezzature del 2,3%, quella dei prodotti della proprietà intellettuale del 2,1% e quella delle costruzioni dell’1,6%. I consumi finali nazionali sono aumentati dell’1,1%, mentre sul lato del commercio internazionale le esportazioni di beni e servizi sono cresciute del 5,7% e le importazioni del 5,2%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato del 3,7% nell’industria in senso stretto, dell’1,1% nel settore dei servizi e dell’1,0% nelle costruzioni. Si è registrato un calo nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-4,3%). Per l’insieme delle società non finanziarie, la quota dei profitti è pari al 42,6% e il tasso di investimento al 21,2%.

Scende anche lievemente il debito pubblico italiano, rispetto al Pil, che si attesta al 131,2% contro il 131,4% del 2016. L’Istituto di statistica ha anche rivisto le stime su entrambi gli anni: i calcoli precedenti indicavano un rapporto al 132,0% nel 2016 e al 131,8% nel 2017. Il dato del debito, spiegano i tecnici dell’Istituto, “è molto sensibile al denominatore” e risente quindi della revisione al rialzo del Pil 2017. Nello stesso anno la pressione fiscale è scesa al 42,2% del Pil contro il 42,7% del 2016. L’Istituto ha rivisto lievemente al ribasso le stime di aprile scorso che indicavano una percentuale del 42,5%.

L’istituto italiano ha anche fatto sapere che da ottobre parte il nuovo Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che da decennale diventa annuale. Venerdì 28 settembre si terrà la conferenza evento per presentare l’intera operazione censuaria. “Dopo i saluti istituzionali del presidente facente funzione dell’Istat Maurizio Franzini”, si legge nella nota Istat, “verranno presentati il nuovo impianto del censimento, l’organizzazione, il questionario, gli attori sul territorio, la rete di rilevazione e la campagna di comunicazione”.

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