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La svolta per Mytaxi arriva dall’Antitrust

(di Alessandro Pulcini) – “Reti di intese verticali restrittive della concorrenza”. Così l’Antitrust, successivamente a una segnalazione dell’App Mytaxi, definisce le clausole di esclusiva contenute negli atti che disciplinano i rapporti tra i tassisti e i principali operatori di radiotaxi attivi a Roma e Milano. Le clausole, secondo l’Antitrust, devono cessare, perché “vincolano ciascun tassista a destinare tutta la propria capacità operativa, in termini di corse per turno, ad un singolo radiotaxi”. Le imprese interessate hanno 120 giorni per avviare le dovute iniziative.

Una decisione che consentirà ai tassisti di aderire a MyTaxi, servendo le tratte prenotate dagli utenti tramite l’app, senza dover lasciare la propria cooperativa di appartenenza. Non sono comunque previste sanzioni: la natura restrittiva delle clausole, che tra l’altro “non hanno alcuna giustificazione di natura giuridica o economica”, è emersa soltanto “con lo sviluppo di nuove tecnologie che hanno consentito l’affermarsi di piattaforme aperte“. La notizia è stata accolta positivamente dal presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona: “Ottima notizia, ora si apra il mercato. Speriamo che questa sentenza induca finalmente il legislatore ad una vera riforma del settore, verso una maggiore liberalizzazione. Ancora oggi, infatti, registriamo appelli anacronistici al vicepremier Luigi Di Maio da parte dei tassisti che vorrebbero proibire l’innovazione, in nome della conservazione dello status quo. Va aggiornata al più presto la normativa, per disciplinare i nuovi servizi tecnologici per la mobilità, che non possono certo essere classificati secondo forme di trasporto che valevano nel 1992, prima della commercializzazione dei tablet e degli smartphone”.

Nel dettaglio, le intese attuali “vincolano ciascun tassista a destinare tutta la propria capacità operativa, in termini di corse per turno, ad un singolo radiotaxi“, non permettendo al singolo tassista di aderire ai servizi dell’app, e determinando “un consistente e duraturo effetto di chiusura del mercato della raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi a Roma e Milano, ostacolando l’accesso a nuovi operatori che adottano un diverso e innovativo modello di business, come Mytaxi, e, più in generale, la concorrenza tra piattaforme chiuse (come i radiotaxi) e aperte”. Le istruttorie sono state avviate dall’Autorità proprio su segnalazione di Mytaxi, società appartenente al gruppo automobilistico tedesco Daimler AG, che gestisce una piattaforma aperta attraverso un’app liberamente accessibile dai tassisti affiliati, i quali, in base alle proprie esigenze, possono mettere a disposizione della piattaforma una quota variabile di corse. Le società coinvolte dal provvedimento dell’Antitrust sono sei: tre a Roma (Radiotaxi 3570 Società Cooperativa, Cooperativa Pronto Taxi 6645 Società Cooperativa, Samarcanda Società Cooperativa) e tre a Milano (Taxiblu Consorzio Radiotaxi Satellitare Società Cooperativa, Yellow Tax Multiservice Srl e Autoradiotassì Società Cooperativa).

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