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Gare d’appalto, la qualità passa dalla certificazione

In Italia le imprese che hanno intenzione di partecipare ad una gara d’appalto necessitano di una certificazione obbligatoria. In altre parole, di un documento necessario a dimostrare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di realizzare (direttamente o in subappalto) le opere pubbliche per cui ha deciso di partecipare al bando. Si tratta della cosiddetta ‘Attestazione Soa’, così definita in quanto a rilasciarla, su diretta autorizzazione dell’Anac, sono esclusivamente le ‘Società Organismi di Attestazione’. Ne parla Tiziana Carpinello, presidente di UnionSoa, realtà leader del mercato delle certificazioni, anche alla luce di quanto avvenuto negli ultimi mesi, in cui sicurezza delle opere pubbliche e trasparenza nelle gare d’appalto hanno monopolizzato il dibattito politico.

Cosa rappresenta UnionSoa nel panorama italiano?
UnionSoa è l’Associazione Nazionale Società Organismi di Attestazione ed è la principale realtà associativa del settore delle SOA. Le nostre imprese sono enti di diritto privato, autorizzate dall’Anac, che svolgono una pubblica funzione: accertiamo che vengano rispettati i requisiti previsti dalle disposizioni comunitarie e nazionali in materia di qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici di importo superiore a 150mila euro su tutto il territorio nazionale. L’accertamento di tali requisiti determina quindi il rilascio della cosiddetta attestazione SOA, un documento di rilievo pubblico che è condizione necessaria a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire e portare a termine i lavori appaltati, nei tempi e nei costi contrattualmente fissati.

Quali sono in numeri che riconoscono UnionSoa come leader di settore?
Rappresentiamo attualmente il 60% del mercato di riferimento, una leadership maturata nel corso degli anni grazie ad un lavoro che ha reso l’associazione un punto di riferimento per il sistema della qualificazione degli esecutori di opere pubbliche, attraverso il confronto continuo con le istituzioni, le associazioni delle pubbliche amministrazioni e delle imprese. Oggi UnionSoa è un interlocutore credibile ed affidabile nel mondo degli appalti pubblici e vogliamo continuare a dare il nostro contributo per la semplificazione e la trasparenza del sistema, anche alla luce del dibattito in corso sulla riforma del codice appalti.

Rispetto al passato oggi le SOA autorizzate dall’Anac si sono più che dimezzate. Come legge questo trend?
Ad oggi le Soa autorizzate dall’Anac sono 17, a fronte in passato di un picco di autorizzazioni pari a 62. È evidente che in questi anni il mercato ha conosciuto una selezione che non può che far bene all’efficienza e alla credibilità del nostro settore. Il nostro è un compito estremamente delicato, che presuppone conoscenze e competenze tecniche di alto profilo, che deve essere affidato a realtà di comprovata esperienza e professionalità, nell’interesse della pubblica amministrazione e di tutti i cittadini. È importante evidenziare, inoltre, che tra le SOA che in questi anni hanno smesso di operare, solo 4 hanno subito un provvedimento di revoca da parte dell’Anac.

Il vostro campo d’azione è particolarmente specifico. In quest’ottica quali sono le difficoltà maggiori legate alla vostra attività?
Senza dubbio la difficoltà maggiore è determinata dall’impossibilità di accedere direttamente alle banche dati pubbliche. Riteniamo che il sistema potrebbe essere migliorato e reso più efficiente attraverso il riconoscimento alle SOA dell’accesso alle banche dati pubbliche, agevolando il lavoro di verifica, valutazione e controllo svolto dal personale altamente qualificato delle SOA. Oltre a semplificare il lavoro, l’accesso diretto e disintermediato alle banche dati pubbliche consentirebbe di snellire e accelerare le procedure di qualificazione, a vantaggio non solo delle imprese ma di tutto il sistema degli appalti pubblici. Questo, inoltre, consentirebbe di rendere dinamica e il più aderente possibile alla realtà dell’impresa l’attestazione di qualificazione.

Quali sono stati i principali risultati ottenuti negli ultimi anni da UnionSoa?
Grazie al lavoro iniziato nel 2001, UnionSoa è oggi un interlocutore capace di dare il proprio contributo per la semplificazione e la trasparenza del sistema. Grazie all’obbligo di certificazione SOA sono stati ottenuti importanti risultati in termini di lotta al lavoro sommerso e ai mancati pagamenti contributivi verso Inps, Inail e Casse edili. Il nostro lavoro ha reso possibile inoltre un contrasto alle irregolarità fiscali e, soprattutto, una maggiore selezione e qualificazione nel mercato delle imprese.

In che modo si svolgono i controlli che effettuate sui soggetti esecutori di lavori pubblici?
Quello della Soa è un lavoro altamente professionale che presuppone il coinvolgimento di una serie di attori istituzionali quali, ad esempio, Camere di Commercio, Agenzie delle Entrate, Enti Previdenziali, Prefetture. Per il rilascio delle attestazioni è necessario ottenere, verificare e analizzare tutta una serie di documentazione che va dalle visure camerali storiche ai documenti di regolarità fiscale e previdenziale, dalla verifica delle disposizioni per l’assunzione di disabili al casellario giudiziale, dall’esame dei bilanci a tutta la valutazione della parte tecnica che è riferita ai lavori eseguiti delle imprese. Nella sostanza è affidata alle SOA una valutazione riferita a requisiti di idoneità professionale, capacità economico finanziaria e capacità tecnica professionale.

Il settore degli appalti pubblici è oggi sotto i riflettori ed al centro di numerose polemiche. Come commenta lo scenario attuale?
Con l’avvio della legislatura e la formazione del nuovo Governo, il tema della riforma dei contratti pubblici è tornato centrale nel dibattito istituzionale. È stato istituito un tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio, con l’obiettivo di mettere a punto le modifiche al nuovo codice, e il Ministero della Infrastrutture guidato dal Ministro Toninelli ha lanciato una consultazione pubblica propedeutica a una proposta di riforma che l’esecutivo dovrebbe presentare in autunno. Non possiamo non apprezzare il fatto che le istanze di riforma del Codice Appalti abbiano ritrovato centralità e assunto priorità nell’agenda del nuovo esecutivo. Sono tante le sfide da affrontare, una di questa è quella della digitalizzazione. In questa prospettiva, confidiamo nel lavoro che potrà portare avanti la dott.sa Teresa Alvaro, appena nominata direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, anche in un settore complesso come quello dei lavori pubblici.

Quali potrebbero essere i percorsi da intraprendere per rilanciare la credibilità dell’edilizia pubblica?
Sono tanti gli aspetti che potrebbero e dovrebbero essere migliorati. Mi lasci tuttavia spendere una parola nei confronti dei nostri principali interlocutori, cioè le imprese. Quelle italiane sono davvero tra le migliori al mondo, con un livello di expertise e professionalità di alto profilo. Forse, quel che servirebbe è un’iniziativa forte per il rilancio degli investimenti pubblici sulle infrastrutture, per la messa in sicurezza di quelle esistenti e la costruzione di nuove, anche in un’ottica di prevenzione e messa in sicurezza del territorio.

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