Prosegue la querelle sulla teoria del complotto, intorno alla relazione tecnica del decreto Dignità, e sullo scontro tra Governo e presidente del’Inps, Tito Boeri. A tutti i livelli, da quello istituzionale a quello mediatico. Il presidente della Camera, Roberto Fico, si concede un attestato di fiducia incondizionata nei confronti del ministro del lavoro Luigi Di Maio: “Se Luigi ha detto così, io gli credo”. Poi, alla domanda se Boeri debba fare un passo indietro risponde: “Boeri è il presidente dell’Inps e di questo parlerà con Giuseppe Conte”.
Intanto, lo stesso Boeri apre un altro fronte polemico con il Corriere della Sera: non si riconosce nei virgolettati riportati oggi dal quotidiano, che invece conferma quanto scritto ‘parola per parola’. Il giornalista del Corriere della Sera che firma il retroscena – è scritto in una nota inviata da Boeri al quotidiano – “domenica mi aveva chiesto un’intervista. Ho ritenuto di non darla e di limitarmi alle dichiarazioni diffuse dall’ufficio stampa dell’Inps. Mi sono poi visto attribuite, sul giornale di questa mattina, una serie di affermazioni virgolettate in cui non mi riconosco. Mi spiace, ma in questo momento ho deciso di non rilasciare interviste. Questo ovviamente non legittima la pubblicazione di fake interviews“. L’articolo pubblicato oggi racconta di un presidente dell’Inps “deciso a resistere”: “Se mi vogliono cacciare, mi caccino. Io però resto al mio posto”. L’articolo attribuisce al presidente dell’Inps anche una frase sul ministro dell’Economia Giovanni Tria: “Incredibile, da Tria non me lo aspettavo”.
Il quotidiano pubblica la nota di Boeri sulla pagina economica del sito insieme alla replica del giornalista: “Il Corriere non pubblica fake interviews. Confermo quanto scritto, parola per parola“.