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Credem, apre a fusioni ma non con banche in crisi

Non vogliono fare volumi ma “crescere per linee esterne con partner che abbiano caratteristiche adeguate e simili alle nostre”. Così il direttore generale di Credem, Nazzareno Gregori, in conference call con gli analisti, spiega l’apertura a valutare fusioni e acquisizioni ma con banche ‘sane’: “non stiamo cercando distressed bank“, aggiunge.

Dobbiamo crescere – ha aggiunto – ma non con banche distressed perché il vantaggio derivante dalla dimensione sarebbe assorbito dal grande lavoro di gestione dei rischi”. Alla base della decisione di valutare acquisizioni, interrompendo una lunga e solida tradizione di crescita solitaria, c’è l’evidenza di “come la crescita organica perseguita in questi anni stia rallentando” ma anche “una competizione che ci spinge a riflettere su questa strada”.

“In questo contesto” di forte competizione che richiede sempre maggiori investimenti e presenta complessità regolatorie “la dimensione è un fattore competitivo importante anche per noi che abbiamo un modello di business resiliente”. “Siamo dunque interessati a operazione di crescita esterna ma senza rinunciare alle nostre caratteristiche né a correre rischi”. Rispetto al ‘dogma’ del controllo di diritto da parte di Credemholding, controllata dalla famiglia Maramotti, “questa è la nostra governance e noi non mettiamo in discussione ciò che non dipende da noi” ma “se portiamo questi risultati è anche frutto di una struttura proprietaria che ci ha permesso di occuparci del business senza preoccuparci dell’utile del trimestre” e di “avere una visione di lungo termine”

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