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Il cibo a portata di web, vale miliardi

di Francesco Chierchia – Andare al ristorante rimanendo seduti sul divano di casa. É questa una delle abitudini maggiormente in crescita tra gli italiani, sempre meno propensi a cucinare anche quando la voglia di andare a cena fuori viene meno. Va bene, la comodità delle consegne a domicilio non rappresenta certo una novità – tutti almeno una volta abbiamo chiamato la pizzeria sotto casa per non affrontare la pioggia del momento – ma ultimamente perfino le modalità con cui ordinare a casa il cibo hanno subito un cambiamento radicale. A giocare un ruolo determinante in questo senso sono stati i servizi di ‘food delivery’ online, portali in grado di offrire al cliente la possibilità di consultare i menù di centinaia di ristoranti comodamente dal salotto, scegliere i piatti desiderati e farli arrivare direttamente sulla propria tavola. Che si abbia voglia di pizza o di hamburger, di sushi o di pasta, di cucina thailandese o messicana non fa differenza, basta scegliere ed aspettare. Secondo un’indagine Coldiretti-Censis, in Italia sarebbero già oltre 4 milioni le persone che oggi si affidano alle App del proprio smartphone per ordinare le pietanze, e il trend sembrerebbe essere in netta crescita. Ne parla Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia, realtà leader del mercato stimata oltre 2 miliardi di dollari a livello globale.

Sarzana, negli ultimi anni il settore food ha vissuto dei cambiamenti sostanziali. Quali sono le ragioni principali?

“La tecnologia ha cambiato radicalmente le nostre abitudini, fino a trasformare il modo con cui ci relazioniamo al cibo. Dalla familiarità con gli acquisti online alla comodità di ricevere i piatti dei migliori ristoranti della città a casa (o in ufficio) via App il passo è stato breve. E oggi grazie a piattaforme come Deliveroo si è trasformato l’intero settore della ristorazione. Per i ristoranti è possibile aumentare il giro d’affari senza impegnativi investimenti, mentre per i consumatori c’è una grande varietà di piatti da consumare a casa, in ufficio o dove si preferisce, in qualsiasi momento della giornata”.

La consegna del cibo è in continua evoluzione. Come possiamo spiegare questo fenomeno?

“La comodità di ricevere ad esempio la spesa a casa si è ampliata da tempo alla possibilità di gustare a casa o in ufficio i piatti pronti dei ristoranti. Questo aspetto della comodità, unito alla varietà di scelta e al consumo immediato, hanno fatto la differenza e allargato notevolmente il mercato. Il successo di Deliveroo deriva dalla possibilità, completamente nuova, di provare i piatti di quei ristoranti che non avevano un loro servizio di consegna e che quindi non avevano modo di recapitare a casa dei consumatori i loro prodotti. Provare la colazione, il pranzo o la cena dal ristorante preferito è un’esperienza che per molti è diventato un must. L’altro segreto del successo di Deliveroo, oltre al servizio, è rappresentato dai rider che con passione consegnano in bici o in scooter tutti i giorni il cibo nelle case e negli uffici di 15 città italiane e oltre 200 città nel mondo. I rider stanno rendendo il fenomeno dell’online food delivery globale. E sono la migliore spiegazione del fenomeno”.

Qual era il valore del food delivery qualche anno fa e quanto vale adesso?

“Il mercato internazionale del food delivery già nel 2016, secondo Techcrunch, valeva 210 miliardi di dollari e rappresentava il 43% del mercato della ristorazione mondiale. In Italia una ricerca dell’Università di Pavia sull’economia on demand indica che il giro d’affari è destinato a salire dai 3,5 miliardi di euro del 2015 a 8,8 miliardi di euro nel 2020, fino a un valore compreso tra i 14 e i 25 miliardi di euro nel 2025. Noi di Deliveroo Italia negli ultimi 18 mesi abbiamo più che triplicato le città dove siamo presenti, passando da 5 a 15, ed a giorni lanceremo altre due città nel Nord Italia. L’azienda nel mondo è stimata oltre i 2 miliardi di dollari”.

Il settore in cui operate è molto competitivo. Quali sono i punti di forza di Deliveroo?

“Ciò che fa la differenza fra Deliveroo e i competitor è la passione smisurata per il cibo. In Deliveroo amiamo dire che gli altri operano nel settore della logistica, noi in quello del food. Al di là della sana competizione credo che l’altro punto di forza di Deliveroo sia la massima attenzione per i rider. Chi consegna ci chiede flessibilità e sicurezza. E dal primo giorno che operiamo in Italia i nostri rider hanno due assicurazioni gratuite: una sugli infortuni e un’altra per eventuali danni a terzi. Non soddisfatti, a inizio maggio le abbiamo potenziate e abbiamo anche introdotto (per primi) il rimborso del 75% dell’introito in caso d’inattività temporanea dovuta a un incidente durante l’attività. Stiamo facendo il massimo consentito dalla normativa sul lavoro autonomo. Ma non ci fermeremo qui. E stiamo già lavorando con le Istituzioni per poter riconoscere ai rider maggiori benefici”.

Oggi Deliveroo è un colosso internazionale, ma quanto è stato difficile iniziare un business così capillare nel mondo e in Italia?

“L’inizio non è stato semplice, né per il nostro fondatore Will Shu, che ha creato Deliveroo a Londra nel 2013 scendendo in strada lui stesso come rider, né per noi che abbiamo lavorato duramente per portare il servizio anche in Italia. L’esempio, però, ci ha aiutato molto. E le migliori idee sono spesso arrivate proprio mentre impegnati nelle consegne”.

Com’è andata la crescita nel 2017? E quest’anno quali sono le prospettive?

“Durante il 2017 gli ordini in Italia sono cresciuti di oltre 18 volte, e i consumatori aumentati del 120%. Non solo. I ristoranti partner di Deliveroo sono cresciuti fino a superare quota 2.000, tanti quanti i rider che hanno collaborato con noi durante l’anno. Inoltre, in soli 12 mesi il servizio ha raggiunto da 5 a 15 città. Il 2018 ci sta riservando a oggi sorprese solo positive. Ma i conti si fanno sempre alla fine. L’ambizione di Deliveroo è di diventare un player nazionale, abbiamo un piano di espansione molto ambizioso”.

Senza dubbio i ristoranti vostri partner ottengono dei benefici. Ma in dettaglio quali sono gli aspetti più positivi e come funziona questa collaborazione?

“Anzitutto i ristoranti che scelgono Deliveroo come partner possono aumentare senza ulteriori investimenti i ricavi fino ad oltre il 30%. Non solo. Fanno conoscere meglio i piatti forti del menù a molte più persone anche fuori zona, e quindi attraggono anche più clienti nei locali tradizionali. Con il progetto Deliveroo Edition, grazie a cucine messe a disposizione dall’azienda, i locali possono consegnare anche all’estero. E ci sono già belle storie da raccontare di ristoratori italiani che hanno aperto nuovi punti vendita grazie a questo trampolino di lancio su nuovi mercati. Come funziona la collaborazione? Il ristorante si posizione sulla piattaforma e riconosce a Deliveroo una tassa. Semplicissimo”.

Pensa che il settore possa continuare a crescere a questi ritmi o si potrebbe ipotizzare una saturazione del mercato?

“Il mercato dell’online food delivery è giovanissimo, ed ancora ben lontano dall’essere saturo. Non sta rallentando nei Paesi dove il servizio è nato, e questo ci fa ben sperare di poter continuare a crescere a questi ritmi anche in Italia. Le sfide crescono di giorno in giorno, ma saranno esse stesse gli ingredienti più importanti per il successo”.

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