Medicina, che fine fa il numero chiuso

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In un’Italia che fronteggia un’allarmante carenza di ‘camici bianchi’, arrivano importanti novità sul fronte del numero chiuso a Medicina. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha, infatti, adottato il testo base “per dire basta al numero chiuso a Medicina”, come sintetizza il presidente della Commissione, Roberto Marti (Lega), sottolineando sul tema la “massima convergenza di tutte le forze politiche”.

Ma il via libera al testo base segna davvero l’inizio della fine per l’odiato (dagli studenti) numero chiuso che negli ultimi 25 anni ha ‘filtrato’ gli accessi a Medicina?

Il test slitta di 6 mesi

Iniziamo col dire che il meccanismo delineato dal testo, come sottolinea il ‘Sole 24 ore’, ricorda quello messo a punto dalla Conferenza dei rettori (Crui) e inviato sia alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, sia ai senatori di maggioranza e opposizione. Affinché la proposta venga attuata serve, innanzitutto, che il testo base diventi legge e, quindi, che il Mur emani uno o più decreti attuativi. Ma, soprattutto, il test per Medicina non scompare: piuttosto slitta di 6 mesi.

In pratica il primo semestre sarà aperto a tutti, mentre al secondo potranno accedere solo gli studenti che avranno superato gli esami individuati come fondamentali e – rieccolo – il test nazionale.

I tempi e il caso di chi supera gli esami ma non il test

Il provvedimento assegna al governo una delega di un anno per scrivere nel dettaglio la riforma. Ma che succede a chi non  supera il test? Il sogno del camice bianco ‘svanisce’: alla fine del primo semestre i crediti si potranno usare per altri corsi di laurea affini. Insomma, almeno stando al testo base gli studenti che hanno superato gli esami ‘chiave’ ma non il quiz non possono ripetere la procedura.

Come ha detto lo stesso Marti “offriremo ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità. Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea”.

Le reazioni

“Grande soddisfazione per lo stop al numero chiuso a Medicina” dal vicepremier Matteo Salvini su X. “Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette”, sottolinea il presidente del Veneto, Luca Zaia. 

Cauto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. “Restiamo fermamente contrari all’abolizione del numero programmato a Medicina. Per questo apprezziamo l’intenzione del Legislatore di correlare il numero degli studenti ai fabbisogni di professionisti e al numero delle borse di specializzazione. Nutriamo tuttavia perplessità sulle modalità di attuazione, che auspichiamo siano presto chiarite”.

“Allo stesso modo valutiamo positivamente – conclude Anelli – il fatto che nel provvedimento sia in qualche modo normato il percorso, già messo in atto dalla Fnomceo insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito, dei Licei a curvatura biomedica, e che sia riconosciuto il ruolo degli Ordini. Proponiamo inoltre di anticipare il semestre di orientamento, spostandolo al periodo precedente l’inizio dell’anno accademico, per dar modo agli studenti di sostenere gli esami per la graduatoria di accesso già a settembre. L’Università curerebbe la preparazione gratuita alle materie oggetto d’esame tramite l’organizzazione di corsi anche in modalità asincrona”.

Dopo un’iniziale contrarietà, diventa più sfumato anche il commento di Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, da sempre contrario all’abolizione del numero chiuso. “Le modalità di accesso alla facoltà di medicina deve diventare un tema condiviso da tutte le parti in causa. Per questo chiediamo un incontro al ministro Anna Maria Bernini”.

“Nonostante infatti le rassicurazioni che nel testo non sia prevista l’abolizione tout court del numero programmato – puntualizza Di Silverio – restano molte perplessità sulle modalità di selezione prospettate, che resuscitano  modello francese da noi sempre osteggiato. Riteniamo pertanto opportuno essere coinvolti, per dare un contributo fattivo a un tema fondamentale, che pone le basi per il futuro della categoria”.

Test Medicina e numero chiuso, perchè i dottori sono contro lo stop

Plaude invece alla notizia il Codacons, da anni schierato “contro gli assurdi limiti all’accesso alle università, sfociata in numerosi ricorsi al Tar che hanno visto riconoscere i diritti degli studenti”, come afferma il presidente Carlo Rienzi. “I test di accesso servono oramai solo a riempire le casse degli atenei attraverso il business delle prove di ammissione, e sono dannosi per il paese e per il sistema sanitario, dal momento che in Italia si assiste da tempo ad una grave carenza di medici, come dimostrato di recente dall’emergenza Covid. L’intero sistema del numero chiuso è obsoleto, inutile, e lesivo dei diritti degli studenti, comportando tra l’altro uno spreco di milioni e milioni di euro considerate le spese che devono affrontare i candidati per sostenere le prove nelle varie città e per la preparazione ai test di ingresso”.

Favorevole anche l’infettivologo Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova, che all’Adnkronos Salute spiega come “la proposta di superamento del numero chiuso a Medicina sia una riforma ben fatta. Non si poteva continuare così e mi pare molto meritocratico il fatto di legare il passaggio al secondo anno al superamento degli esami. Chi dice che non c’è bisogno di medici non ha idea di quale sia la situazione attuale negli ospedali, servono ragazzi con vocazione per fare il chirurgo o lavorare nei pronto soccorso. Finalmente è stata mantenuta una promessa elettorale, peccato aver fatto passare 25 anni e chi l’ha permesso si merita una tirata d’orecchie”.

E quest’anno?

Attenzione: il testo base non modifica i test per l’accesso a Medicina previsti a maggio e a luglio prossimi. Al momento restano le due sessioni di prove e i candidati possono partecipare ad entrambe. Quest’anno i quesiti sono 60, estratti da un’apposita banca dati pubblica con almeno 7.000 quiz. Le prove di ammissione per i corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia e in Odontoiatria e protesi dentaria in lingua italiana si svolgeranno il 28 maggio e il 30 luglio. Quelle per Medicina veterinaria il 29 maggio e il 31 luglio. Per l’iscrizione senza test iniziale c’è ancora tempo, anche se nel prossimo futuro le università farebbero bene a prepararsi a fronteggiare un iper-afflusso.

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