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I rapporti con Autostrade, l’ex ministro Delrio si difende

Sulle autostrade, dai governi a guida Pd “non c’è stata nessuna proroga delle concessioni dal 2038 al 2042 e nessuna secretazione degli atti”, e non è vero che al Ministero delle Infrastrutture sia stata “segnalata la necessità di limitazione del traffico” sul ponte Morandi di Genova già nello scorso febbraio. L’ex ministro Graziano Delrio, intervenuto al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, si difende così dall’inchiesta dell’Espresso sulle riunioni tecniche di febbraio che avrebbero evidenziato un calo dell’efficienza dei tiranti. “Dopo il crollo del ponte di Genova sono state dette troppe bugie, che tra l’altro disonorano i morti”, ha detto Delrio.

Nella sua inchiesta l’Espresso cita il verbale con cui il primo febbraio 2018 il Provveditorato alle opere pubbliche di Genova rilascia il parere obbligatorio sul progetto di ristrutturazione presentato da Autostrade. Ma secondo Delrio le riunioni che si sono tenute sul ponte Morandi al ministero sono state “a livello tecnico; la Commissione non giudicò un imminente pericolo e la direzione autostradale era informata”, afferma l’ex ministro alle Infrastrutture, ribadendo che “da parte nostra non c’è mai stata alcuna secretazione degli atti della proroga della concessione del 2007, che anzi sono stati trasmessi al Parlamento”.

Il motivo per il quale i documenti sulle concessioni autostradali non sono disponibili, se non, secondo l’attuale presidente dei deputati del Pd, per i parlamentari che con titolo ne facciano richiesta, sta nel fatto che “dopo una diffida dell’Aiscat che evidenziava si trattasse di notizie sensibili per società quotate in Borsa, il dirigente ha avuto questa precauzione”.

Chi mi ha diffamato sul web riceverà denunce“, ha detto Delrio, che rispondendo a chi gli chiedeva se si sentisse in qualche modo in colpa per quanto accaduto a Genova, ha aggiunto che “se uno pensasse di essere sempre nel giusto sbaglierebbe: quando si governa si sbaglia, vale per tutti. Ma per chiarezza ricordo che, dopo gli 800-900 milioni l’anno che riceveva prima, con i nostri governi Anas ha ricevuto 23 miliardi, il 50% chiaramente indicato per manutenzione e cura delle reti esistenti: poi si può sempre fare di più”.

Anch’io avrei proceduto con l’avvio della revoca della concessione, ma intanto si spendano i soldi che ci sono”, ha aggiunto l’ex ministro. “Ognuno di noi deve capire il limite dell’azione politica: noi abbiamo fatto un piano infrastrutturale da 130 miliardi, abbiamo aumentato dell’80% le manutenzioni, ma non è detto che si raccolga quello che si semina. Questo rimane un Paese fragile”. Ma la politica deve comunque “fare il suo mestiere fino in fondo”.

Accompagnato da un lungo applauso da parte della platea di Rimini, Delrio ha detto: “dobbiamo tributare un commosso ricordo alle vittime della tragedia di Genova. A questo Paese manca molto il senso dell’interesse nazionale, di come sia importante che nelle diversità ciascuno persegua il bene della comunità e della coesione sociale, come ha detto il presidente Mattarella. In questi giorni cattivi questo suo appello ha più senso. Il Paese ha bisogno di unità e coesione”.

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