Cerca
Close this search box.

Mps, un caso parole Lega. Ira di Padoan

Con un crollo in Borsa, Mps è stata la prima a pagare di tasca propria i contenuti del contratto di governo fra Lega e Movimento Cinque Stelle. Uno dei punti infatti prevede che la banca venga “ripensata in un’ottica di servizio – ha spiegato il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi – In buona sostanza: abbandonare l’idea di farci i profitti vendendola a chissacchì e mantenerla come patrimonio del Paese”. Parole pesanti che sono state evidentemente porese molto male. Mentre l’indice Ftse Mib ha guadagnato lo 0,29%, il titolo di Mps è stato sospeso al ribasso e poi ha chiuso in perdita dell’8,8% a 2,92 euro (contro i 4,55 euro segnati al rientro in Borsa, il 25 ottobre).

Dura la reazione del ministro uscente dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “Le dichiarazioni dell’onorevole Borghi – ha detto – insieme alle indicazioni fornite nella bozza di programma di Lega e M5S, hanno immediatamente creato una crisi di fiducia” sul titolo Mps. Si tratta di “un fatto molto grave che mette a repentaglio l’investimento effettuato con risorse pubbliche. Ho il dovere di ricordare a tutti gli attori politici che la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare”.

Togliere dai programmi la vendita di Mps, con cui lo Stato auspicava di recuperare parte dei 5,4 miliardi investiti nel salvataggio della banca, significa rivedere nel profondo il piano di ristrutturazione dell’istituto, che nel 2017 è stato concordato dal governo italiano, Bce e Unione europea. Serviranno quindi nuove contrattazioni. “Gli azionisti hanno assoluta libertà di decidere e valutare quello che ritengono più opportuno fare – ha commentato l’amministratore delegato di Montepaschi, Marco Morelli, a Milano per il celebration day di Officina Mps – Noi abbiamo un piano, andiamo avanti su quello”.

I programmi della nuova (futura) maggioranza riguardano infatti anche gli attuali vertici dell’istituto senese. “Non entra nel contatto – ha spiegato Borghi – ma è abbastanza probabile, quasi naturale” pensare a un cambio della governance. “Ma è inutile mettere nel contratto: ‘E poi cambiamo l’amministratore delegato'”, ha aggiunto. Su questo, Morelli ha glissato: “L’obiettivo mio, del management e della banca è quello di ottenere più velocemente possibile dei buoni risultati. Il primo trimestre del 2018 è un primo passo molto molto rilevante ma la strada è molto lunga”.

In attesa di una telefonata dal futuro ministro dell’Economia, Morelli guarda avanti. Un’eventuale partecipazione di Mps al risiko bancario “fa parte di una valutazione più ampia, che la banca e i suoi azionisti dovranno comunque fare in futuro – ha spiegato – La priorità per noi è fare in modo che Mps torni ad avere un ruolo importante nell’economia italiana”

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.