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Estate: vespe e calabroni più aggressivi? Ecco perchè

vespa orientalis

Ricordate la vespa orientalis, l’insetto di origine asiatica straordinariamente resistente, segnalato le scorse estati in molte zone della Capitale? Ebbene, le temperature sempre più alte in Italia non solo fanno proliferare gli insetti, ma li rendono anche più aggressivi.

Insomma, il caldo sta rendendo la Penisola un habitat ideale per le specie aliene, vespe incluse. Ogni anno in Italia muoiono fino a 20 persone a causa delle punture di vespe e calabroni, e l’estate è un periodo a rischio.

Vespa orientalis, l’insetto alieno che ha invaso Roma

“Stanno aumentando in questi giorni gli episodi di punture di vespe e calabroni, un trend direttamente legato alle ondate di caldo che hanno interessato il nostro Paese”, assicura il presidente della Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani.

Ma perchè? Le temperature più elevate rendono particolarmente irritabili gli insetti, che difendono i  nidi con maggiore aggressività. “Il caldo accelera lo sviluppo degli insetti, che hanno quindi bisogno di più cibo e acqua, portandoli sempre più spesso a contatto con l’uomo e incrementando il numero di casi di punture e aggressioni”.

Non solo vespe

La globalizzazione dei commerci, oltretutto, ha favorito l’arrivo sul nostro territorio di specie come cimici asiatiche, cavallette africane, scarabei giapponesi, formiche rosse, ecc., “che trovano nel nostro territorio sempre più caldo l’habitat ideale per vivere e proliferare. Insetti che devastano le coltivazioni generando un danno stimato in oltre un miliardo di euro all’anno”, puntualizza Miani.

Attenzione, perchè le punture di insetti come api e vespe “possono causare reazioni che variano da una semplice eruzione cutanea a uno shock anafilattico, sebbene raro, che può mettere il soggetto in pericolo di vita”, ricordano gli specialisti della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps). La maggior parte delle reazioni alle punture di insetto si manifesta con arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono entro 5-10 giorni, febbre e malessere temporanei. In questi casi, dicono dalla Sipps, è sufficiente applicare una pomata a base di antistaminici e, in caso di febbre o dolore, utilizzare un antipiretico come paracetamolo o ibuprofene.

I casi gravi, quelli con anafilassi, si presentano più comunemente dopo punture di api e vespe e richiedono un intervento terapeutico tempestivo con somministrazione di adrenalina, ossigeno e fluidi per via endovenosa, oltre a esami di laboratorio per confermare la sensibilizzazione al veleno dell’insetto. “È bene ricordare che il pediatra è sempre la figura a cui fare riferimento – raccomanda Piercarlo Salari, pediatra e divulgatore medico-scientifico a Milano – anche perché, conoscendo la storia clinica di ogni suo assistito, è in grado di offrire consigli accurati e soprattutto personalizzati per quanto riguarda sia le precauzioni sia, in caso di viaggi con destinazioni particolari, eventuali vaccinazioni o strategie di profilassi”.

Ecco il vademecum della Società Italiana di Medicina Ambientale sugli insetti in cui possiamo imbatterci questa estate.

API, VESPE E CALABRONI – Le punture di api, vespe e calabroni provocano, nella maggior parte dei casi, una reazione locale dovuta al veleno iniettato, con una manifestazione cutanea di pochi centimetri di diametro, dolore, rossore e gonfiore. Le più aggressive sono le vespe, il cui habitat naturale è rappresentato da alberi, spazi del tetto, cataste di legna, ristagni d’acqua, cespugli, raccoglitori per i rifiuti. Circa il 10% delle persone punte da tali insetti ha importanti reazioni come orticaria generalizzata, nausea, vomito, dispnea e difficoltà respiratoria, calo di pressione. In alcuni casi può manifestarsi un vero e proprio shock anafilattico con grave calo della pressione arteriosa che può portare anche al decesso.

COME DIFENDERSI: installare zanzariere su porte e finestre; provvedere ad una corretta gestione dei rifiuti e degli alimenti; evitare l’abbandono incontrollato di sostanze organiche (in particolare zuccheri, carni, e altre sostanze proteiche) fortemente attrattive per api, vespe e calabroni; mantenere la calma e non tentare mai di scacciarle con gesti bruschi della mano, che possono indurre l’insetto a pungere.

COSA FARE IN CASO DI PUNTURA: in caso di puntura d’ape è necessario togliere subito il pungiglione, aiutandosi con una pinzetta; per tutte le punture, applicare del ghiaccio per ridurre l’infiammazione prodotta dal veleno; non grattarsi per evitare di introdurre batteri che possono causare un’infezione; se la reazione è estesa utilizzare subito un cortisonico e un antistaminico. Se la reazione è grave è necessario chiamare tempestivamente il pronto soccorso.

ZECCHE – Il loro habitat è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, dove il clima è fresco e umido. L’anidride carbonica emessa dal corpo umano attira questi parassiti che possono attaccarsi alla nostra pelle per succhiare il sangue. Le zecche possono essere vettori di malattie trasmissibili all’uomo quali la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi, l’encefalite virale ed anche la febbre emorragica Crimea-Congo.

COME DIFENDERSI: indossare abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche, coprire braccia e gambe, evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta. Utilizzare prodotti contro le zecche sugli animali domestici.

COSA FARE IN CASO DI PUNTURA: non utilizzare mai alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati. La zecca deve essere rimossa dolcemente con una pinzetta, prestando la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni. Dopo la rimozione disinfettare la zona, evitando di toccare a mani nude la zecca. In caso di comparsa di sintomi di malattia (febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni) rivolgersi subito al proprio medico curante.

ZANZARA TIGRE – Nel nostro Paese le specie di zanzare sono circa 60, a fronte delle oltre 3.000 presenti in tutto il mondo. Tra queste la più temibile è la zanzara tigre, che prolifera nei luoghi dove vi sono raccolte d’acqua (secchi, annaffiatoi, sottovasi, caditoie, tombini, ecc.). Tra le malattie trasmesse all’uomo da queste zanzare, ve ne sono alcune molto gravi, come i virus dengue, chikungunya e febbre gialla.

COME DIFENDERSI: eliminare il loro habitat, evitando accumuli di acqua in sottovasi, annaffiatoi, bidoni, ecc.; innaffiare giardini e piante direttamente con le pompe; trattare ogni 7-10 giorni con prodotti specifici a uso domestico le parti esterne delle case dove si raccoglie l’acqua; utilizzare repellenti contro la zanzara tigre a base di principi attivi tra i quali deet e icaridina. Nei luoghi al chiuso usare vaporizzatori elettrici contro le zanzare, tenendo ben arieggiati i locali.

COSA FARE IN CASO DI PUNTURA: non grattarsi, in modo da evitare di espandere l’urticante presente attorno alla puntura iniettato dalla zanzara; utilizzare prodotti specifici che alleviano il prurito, facilmente reperibili in commercio; apporre un cubetto di ghiaccio sulla puntura. In caso di gonfiori particolarmente importanti, consultare il farmacista o il medico.

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