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Lo sviluppo del Mezzogiorno tra Zes Unica e legalità

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Nel giorno della giunta che ha riunito i rappresentanti Confapi di tutta Italia a Cosenza, in Calabria (per la prima volta in 77 anni) la Confederazione italiana della piccola e media industria ha cercato di ragionare sul futuro del Mezzogiorno, tra Zes unica, lotta alla criminalità ed economia circolare. Lo ha fatto con un convegno: “Lo sviluppo del Mezzogiorno: scenari e prospettive future”, organizzato in collaborazione con Fortune Italia.

L’evento, che si è tenuto nella Villa Rendano di Cosenza, è stato aperto da Francesco Napoli, vicepresidente di Confapi, Leonardo Donato, Ceo di Fortune Italia, e Rosario Varì, assessore allo Sviluppo economico e agli attrattori culturali della Regione Calabria, che ha ricordato come la Zes Unica possa essere centrale per lo sviluppo del meridione.

I panel dell’evento: la Zes unica

Davanti a rappresentanti Confapi di tante regioni italiane, al centro del dibattito ci sono stati temi fondamentali per lo sviluppo del Sud, a partire dalla Zona Economica Speciale Unica istituita da inizio anno per favorire l’imprenditoria snellendo le procedure amministrative, ma non solo. Ci sono anche opportunità finanziarie: a giugno l’agenzia delle Entrate ha approvato il modello di domanda per il credito d’imposta per investimenti effettuati fino al 15 novembre 2024 nelle Regioni del Sud. La dotazione è di quasi due miliardi di euro, ma proprio le tempistiche sono una delle criticità emerse durante il convegno, con i rappresentanti Confapi che hanno ricordato come sia difficile mettere a punto investimenti con termini del genere.  Ne hanno parlato Massimo De Salvo e Raffaele Marrone, presidenti Confapi di Matera e Napoli, con Caterina Trentinella, direttore Area Imprese Calabria di Intesa Sanpaolo ed Enrico Maria Pujia della direzione generale per il Trasporto e le infrastrutture ferroviarie: proprio le infrastrutture efficienti sono un asset decisivo per l’economia della regione e italiana.

La legalità

La legalità è stata al centro di un altro panel (nella foto in evidenza), al quale hanno partecipato Cristian Camisa, Presidente Confapi, Pietro Salsano, Comandante di divisione – legione Carabinieri Calabria, Giuseppe Dell’Anna, Comandante provinciale della Guardia di Finanza e Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale di Catanzaro.

Salsano ha ricordato come sia difficile fare gli imprenditori nel Mezzogiorno, e in Calabria, non solo per le richieste di estorsione in denaro: la ‘ndrangheta chiede a chi ha un’attività anche di assumere determinata manodopera “o acquistare da una ditta invece che da una altra”, spiega. “Dobbiamo dare la possibilità ai ragazzi di avere una vita dignitosa attraverso la legalità, le parole altrimenti servono a poco”.

Dell’Anna ha raccontato che la “disattenzione dello Stato ha determinato la capacità dell’organizzazione criminale più pericolosa, la ‘ndrangheta, di diventare così importante. Quando lo Stato non è attento e gli imprenditori non riescono ad emergere, a dare lavoro sono le organizzazioni criminali, che assicurano ai giovani denaro per sopravvivere”. Manzini ha ricordato che gli “imprenditori che fanno affari con la ‘ndrangheta sono tanti e l’economia è inquinata”, ed è tempo di prenderne atto e usare strumenti come il Pnrr per aiutare lo sviluppo.

Anche secondo Manzini l’assenza dello Stato ha consentito alla ‘ndrangheta di diventare un punto di riferimento sociale. Secondo i relatori, di fronte ad un metodo mafioso che si è modificato sostanzialmente adattandosi alle moderne logiche di mercato, occorre rafforzare il partenariato tra pubblico e privato, tra tutte le forze impegnate contro l’illegalità attraverso strumenti di azione differenziati: non solo di repressione ma soprattutto di prevenzione. Strumenti basati sulla formazione e l’informazione del sistema imprenditoriale, come i protocolli sottoscritti dalla Confapi con il ministero dell’Interno e l’Arma dei Carabinieri.

L’ambiente

La terza tavola è stata dedicata a fonti rinnovabili e forestazione produttiva (Filiera Legno-energia), con Alberto Vaccarella, amministratore delegato Sorgenia Bioenergie, Giorgio Delpiano, Presidente Confapi Sardegna, Ilaria Sergi, urban & energy communication specialist di Enea e Gianluca Gallo, assessore calabrese ad Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione. Tra i temi centrali in Calabria c’è proprio il legno, con la Regione che ha aumentato la propria superficie forestale negli ultimi anni ma ne sfrutta solo il 15% attraverso quella manutenzione boschiva che produce legno e sottoprodotti (un problema di mancato sfruttamento comune a tutto il Paese, che importa miliardi di euro in legno ogni anno). Secondo Gallo la Regione vuole dedicare forze fresche ai boschi e alle foreste. Il patrimonio boschivo calabrese (600 mila ettari) può rappresentare un moltiplicatore economico in un territorio che perde ogni anno migliaia di giovani in cerca di nuove opportunità.

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