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India e Cina si lanciano nel mercato dei farmaci anti-obesità sfidando le pharma occidentali

obesità

India e Cina stanno scaldando i motori per entrare alla grande nell’agone dei farmaci anti-obesità. E questo potrebbe rendere queste terapie molto più ‘democratiche’ perché con l’abbattimento dei costi comportato dall’arrivo dei biosimilari (ma anche dal ridimensionamento dei prezzi dei biologici brand) diventeranno alla portata di un pubblico molto più vasto. E non solo di ‘copie’ si tratterà: le company orientali stanno infatti lavorando a versioni ‘migliorative’ dei farmaci attualmente sul mercato. Con il brevetto del blockbuster semaglutide in scadenza nel 2026, in questi Paesi la corsa al biosimilare anti-obesità è partita.

Lo scoglio dell’accesso ai farmaci anti-obesità

Che i farmaci anti-obesità funzionino non c’è dubbio. Ma il loro grande tallone d’Achille è l’accesso. Queste terapie infatti non sono quasi mai rimborsate dai sistemi sanitari nazionali e sono a totale carico del paziente, con una spesa che sui aggira sui 1.000 dollari al mese. Ma l’obesità, come è noto, colpisce soprattutto le fasce meno abbienti della popolazione e la spesa sanitaria out of pocket introduce dunque un elemento di grave disparità sociale, proprio laddove questi farmaci servirebbero di più.

L’obesità è una malattia

Il mondo della scienza peraltro sta lavorando ad una nuova definizione di obesità per configurarla sempre più come ‘malattia’ e non come ‘semplice’ fattore di rischio per tante altre malattie croniche . A questo porposito, il prossimo settembre è attesa la pubblicazione di un rapporto di una commissione Lancet che proporrà una nuova definizione di obesità, non più basata sull’indice di massa corporea, parametro ritenuto ormai superato da tutti, ma caratterizzandola in base ai suoi segni e sintomi.

Come funzionano i farmaci anti-obesità (e anti-diabete di tipo 2)

I farmaci anti-obesità mimano l’azione di alcuni ormoni prodotti da cellule intestinali specializzate. Uno di questi, il GLP-1, non solo regola i livelli della glicemia (è nato come farmaco anti-diabete di tipo 2), ma agisce anche a livello dei centri dell’appetito nel cervello e rallenta lo svuotamento dello stomaco, contribuendo a dare un senso di sazietà.

Il primo farmaco della saga dei GLP-1 è stato liraglutide, brevettato come anti-diabete e anti-obesità dalla danese Novo Nordisk e approvato dall’Fda nel lontano 2014 come farmaco anti-obesità; a somministrazione sottocutanea giornaliera, può portare ad una riduzione massima di peso dell’8%. La vera rivoluzione è arrivata con semaglutide (sempre di Novo Nordisk), approvato dall’ente regolatorio americano nel 2021 e con tirzepatide (FDA-approved nel 2023) di Eli Lilly che ha una marcia in più perché ‘mima’ l’azione non solo del GLP-1, ma anche di un altro ormone intestinale, il GIP, inaugurando così la serie dei cosiddetti ‘dual agonist’. I farmaci di nuova generazione si somministrano sempre attraverso le punturine, ma una sola volta a settimana e possono portare ad una perdita di peso fino al 20% di quello iniziale. E i super-poteri di questi farmaci di nuova generazione non si esauriscono con la perdita di peso; fanno infatti anche da scudo contro l’insufficienza renale, le malattie cardiovascolari, hanno un effetto anti-infiammatorio e addirittura sono un eccellente rimedio contro le apnee da sonno, come ha appena dimostrato lo studio SURMONT-OSA (effettuato con tirzepatide), appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il campo dei biosimilari anti-obesità è dunque in grande fermento e le migliorie potrebbero riguardare non solo i farmaci ma anche il modo in cui verranno sintetizzate e come saranno prodotti i device per le ‘punturine’. Resta ancora da vedere di quanto potranno abbassarsi i prezzi. “Potrebbero essere dimezzati – azzarda Abhijit Zutshi, direttore commerciale del gigante pharma indiano Biocon – o addirittura crollare ad un decimo dei costi attuali”. E se il prezzo si abbassa, il mercato si allargherà e bisognerà trovare il modo di rispondere efficacemente alla domanda crescente.

La competizione coinvolgerà prevedibilmente anche le attuali protagoniste dei farmaci ‘brand’, che saranno costrette a rivedere i prezzi dei loro blockbuster. Al momento non è ancora stato autorizzato alcun biosimilare anti-obesità in India, ma lo scorso gennaio la Glenmark Pharmaceuticals di Bombay ha lanciato liraglutide biosimilare, con l’indicazione per il diabete, al prezzo di 100 rupie al giorno (circa 1,20 dollari), pari a meno del 70% dell’equivalente ‘di marca’.

Hype cinese per i farmaci anti-obesità

Nel frattempo la Cina va per la sua strada e l’ente regolatorio di questo Paese ha approvato due GLP-1 come anti-obesità, prodotti da company locali. Si tratta del Liluping, biosimilare di liraglutide (della Huadong Medicine) e del beinaglutide (Feisumei) prodotto dalla Benemae Pharmaceutical Corporation di Shanghai. Ma non solo i soli. Almeno altre sei comapny cinesi si stanno preparando a inondare il mercato dell’obesità allo scadere del brevetto di semaglutide nel 2026 e stanno portando avanti in questo momento gli studi registrativi di fase 3. Il primo ad arrivare sul mercato cinese, secondo l’analisi di Nature, sarà il biosimilare di semaglutide della Hangzhou Jiuyuan Gene Engineering, per il trattamento del diabete di tipo 2. Ma è in corso anche una battaglia legale per stabilire se la copertura brevettuale di semaglutide sia applicabile anche alla Cina; se così non fosse, l’arrivo sul mercato di questi farmaci potrebbe essere anticipato.

Non solo copie

India e Cina stanno peraltro lavorando anche a molecole anti-obesità innovative, come il GL0034 della Sun Pharmaceuticals indiana; gli studi clinici dimostrano che la nuova molecola può portare ad una perdita di peso del 10% in appena due mesi. Al prossimo congresso dell’American Diabetes Association (ADA), che si inaugura il 21 giugno a Orlando (Usa), verrà annunciata inoltre una partnership tra Eli Lilly e la cinese Innovent per lo sviluppo di mazdutide, una molecola che mima l’azione sia del GLP-1 che del glucagone (ormone che stimola il metabolismo e fa bruciare il grasso). Il farmaco, che fa perdere circa il 20% del peso iniziale entro il primo anno di trattamento, potrebbe arrivare sul mercato cinese già all’inizio del prossimo anno e rappresenterebbe così il primo dual agonist di questa nuova classe, ad essere approvato nel mondo.

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