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Spazio e difesa sempre più vicini. Parla Domitilla Benigni (Ceo Elt Group)

Anche una delle aziende italiane più importanti nel settore della difesa è arrivata in orbita. Nel 2023 infatti Elt Group, erede di Elettronica, ha presentato Scorpio, il primo payload dell’azienda in orbita bassa. Lo scopo? Attività di intelligence su dati non classificati, parte del piano industriale al 2030. Domitilla Benigni, Ceo e Coo di Elt Group, spiega che si sta già lavorando a una seconda generazione del progetto che ha portato nello Spazio le capacità di analisi dello spettro elettromagnetico dell’azienda.

L’intervista

Quanto diventerà importante lo Spazio per la difesa, e viceversa?

Il settore Spazio negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, e rispetto al passato, oggi ci sono molte applicazioni per il settore della difesa. Proprio per questo nel 2019 la Nato lo ha inserito, insieme al Cyber, tra i tradizionali domini militari, terra, mare e cielo. Pensiamo al ruolo che stanno svolgendo i satelliti durante i recenti conflitti, sia in Ucraina che in Medio Oriente. Proprio in considerazione di questa centralità è importante porre l’attenzione, anche in questo settore, al tema della sovranità nazionale e dell’autonomia strategica. La necessità di sviluppare una filiera nel settore difesa spaziale, a livello nazionale, ma anche con i partner europei, è diventata urgente per essere competitivi. È chiaro che il settore spaziale e quello della difesa siano strettamente collegati e proprio per la rilevanza che il settore ha raggiunto: l’intera infrastruttura e gli asset spaziali sono centrali in chiave di sovranità nazionale, strategica, resilienza e deterrenza del Paese.

Come sta andando il progetto Scorpio? Che importanza ha per l’intelligence ‘spaziale’? L’obiettivo è una costellazione italiana, quando ci arriverete?

Con il progetto Scorpio l’azienda ha “spazializzato” la sua storica capacità di analisi dello spettro elettromagnetico ossia la competenza core del Gruppo nella detenzione, identificazione, classificazione e geolocalizzazione delle minacce. Il nostro payload è stato messo (Low Earth orbit) da poco più di un anno, con l’obiettivo di raccolta di dati non classificati per l’osservazione marittima. Dalla sua messa in orbita tutto è andato secondo i piani. Stiamo continuando ad effettuare missioni di acquisizione dati che avranno una durata prevista tra i 3 e i 5 anni; già i risultati attualmente conseguiti ci hanno dato indicazioni molto importanti per progettare la seconda generazione di Scorpio che è attualmente in fase di sviluppo. Sia la tecnologia sia il sistema sono maturi per essere utilizzati stand alone o in costellazioni. Per riallacciarmi a quanto detto prima vorrei sottolineare che l’intera filiera di Scorpio è nazionale e basata su tecnologia di produzione “secure by design” e quindi adeguatamente protetta da compromissioni cyber. Scorpio è solo uno dei progetti inseriti in una nuova visione strategica dell’azienda sintetizzata nel piano industriale Tenet 2030. Abbiamo deciso di rafforzare la nostra competenza nel settore primario della difesa ma, allo stesso tempo, entrare in nuovi mercati con un approccio multiminaccia. Le nostre competenze e basi tecnologiche hanno applicabilità in domini come lo Spazio e la biodifesa. Rispetto a quest’ultima abbiamo sviluppato un dispositivo che, tramite l’utilizzo delle onde elettromagnetiche, riesce a neutralizzare i virus respiratori per i quali è programmata.

Pensate servano percorsi alternativi a quelli universitari per velocizzare l’ingresso di nuove professionalità nel settore?

La formazione universitaria è fondamentale in tutti i settori e a maggior ragione in quello spaziale. Non credo dunque che servano percorsi alternativi a quelli universitari, piuttosto ritengo necessario una maggiore collaborazione tra aziende e università.

Oggi l’industria ha una grande necessità di immettere all’interno dei propri organici giovani competenti, ma purtroppo domanda e offerta non vanno di pari passo. Lavorare su una più stretta collaborazione con gli enti universitari permetterebbe alle aziende di avere una maggiore disponibilità di giovani qualificati. Siamo assolutamente consapevoli di quanto questa collaborazione sia rilevante. In quest’ottica si inserisce la decisione di aprire, accanto alla nostra sede storica a Roma, sedi in altre città italiane: a Milano nel 2023, all’interno del Milano Innovation District (Mind), e quest’anno a Napoli. Queste nuove sedi permetteranno all’azienda di lavorare a stretto contatto con il territorio, favorendo la collaborazione con Università e Centri di ricerca per poter attrarre nuovi talenti. Collaborazioni fondamentali per l’azienda che dedica alle attività di R&D circa 50 mln di euro ogni anno.

Legge sullo Spazio: all’Europa e all’Italia servono altre regole o una maggiore velocità d’esecuzione?

A livello internazionale negli ultimi anni si discute sempre di più della necessità di standard di sicurezza spaziale, tuttavia a livello normativo è necessario fare passi avanti concreti. Attualmente l’unico strumento giuridico rilevante che regola il dominio Spazio è il Trattato sullo Spazio extra-atmosferico (Ost), e cioè il trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello Spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti. Il trattato, però, essendo stato ratificato nel 1967, ha bisogno di un aggiornamento sugli sviluppi degli ultimi anni soprattutto per quanto riguarda l’interazione tra cyber e Spazio.

Per quanto riguarda nello specifico il dominio cyber a livello Ue il quadro normativo sulla cybersicurezza è in evoluzione e si sta adattando alle nuove minacce, incluse quelle dallo Spazio. Mi riferisco alla direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (NIS) del 2016 e alla direttiva sulla resilienza cibernetica (NIS2) del 2022. Entrambe assumono un ruolo fondamentale nella protezione delle infrastrutture spaziali da attacchi informatici.

Lei ha dichiarato che non abbiamo ancora ben capito, come Paese, l’importanza dello Space Ew (electronic warfare). La situazione sta cambiando?

Oggi cominciamo ad essere consapevoli della rilevanza dello Space Ew, che per i non addetti ai lavori possiamo definire sorveglianza e difesa da e verso lo Spazio attraverso l’uso dello spettro elettromagnetico. Lo Spazio è il quinto dominio della difesa e, come per ogni altro dominio fisico e virtuale, è strettamente dipendente dallo spettro elettromagnetico. Nello specifico tutte le attività svolte da un satellite (controllo del satellite da terra, trasmissione dati) sono fatte tramite l’utilizzo dello spettro elettromagnetico. Quindi la gestione Emso (Electromagnetic spectrum operation, ndr) è fondamentale per garantire la sicurezza e resilienza dei dati, delle informazioni e dei sistemi attraverso la cybersecurity (sia resilienza che secure by design) delle comunicazioni satellitari, delle piattaforme e del segmento di terra. La crescita della Space economy ha fatto diventare il settore complesso e congestionato e ha fatto aumentare le necessità di protezione e sicurezza. Con la partecipata Cy4Gate abbiamo intuito da tempo l’urgenza di avere soluzioni e tecnologie proprietarie per mettere al sicuro l’intera infrastruttura spaziale. Le nostre capacità di difesa e protezione per lo Spazio e nello Spazio si esprimono in chiave di sorveglianza, Situational awareness, intelligence, difesa da attacchi cyber e più in generale protezione dei dati residenti sia nel satellite che nel segmento terrestre. Come Paese dobbiamo assolutamente comprendere che considerando le peculiarità dello Space EW, è necessario uno sviluppo di queste tecnologie in un perimetro di sovranità nazionale.

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