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G7 Borgo Egnazia: le pari opportunità sulle montagne russe

In primo luogo la Dichiarazione dei Leader è frutto di un’intensa attività di negoziato iniziata lo scorso gennaio, dove gli Sherpa – nominati dai primi ministri di ogni paese – hanno concertato bozza per bozza ogni singola parola per “consenso”.

L’Italia, a guida Belloni, ha per la prima volta portato a casa un approccio gender mainstreaming. Gli impegni sulle pari opportunità sono infatti presenti sia come di consueto in un paragrafo dedicato, sia in vari capitoli tematici della Dichiarazione e in alcuni focus-paese. Altra interessante novità è l’incoraggiamento a sistemi di certificazione di parità. Sebbene il testo non faccia esplicito riferimento alle Linee Guida Uni PdR 125, la pratica italiana aveva già suscitato ampia curiosità durante la ministeriale pari opportunità di Nikko in Giappone, e ha ispirato il dibattito nei negoziati.

Sul fronte dell’occupazione delle donne, tra gli accordi spicca il riconoscimento dell’urgenza di ripartire equamente i cari di cura all’interno delle dinamiche familiari. Le buone intenzioni poi non sono seguite da passi in avanti concreti, come ad esempio impegni normativi relativi all’introduzione per legge del congedo parentale equiparato obbligatorio. 

Interessante la prospettiva di genere relativa ad Intelligenza Artificiale e anche al ruolo delle donne nei processi di pace e sicurezza. Deludente invece in ambito salute la mancanza di un focus sul tema della medicina di genere, e i non passi in avanti in termini di salute sessuale e riproduttiva, dove seppur riaffermando gli impegni di Hiroshima dello scorso anno, è mancato un passo in avanti sul riconoscimento del diritti all’aborto sicuro.

Sulla lotta alla violenza contro le donne, evidente l’assenza di impegni concreti per ridurre i costi sociali e umani della violenza contro le donne e migliorare la loro sicurezza economica. Sul cambiamento climatico invece, è stata stressata la necessità di rispondere alle conseguenze della crisi climatica anche in un’ottica di genere, manca l’estensione di questo approccio anche alle strategie di mitigazione. 

Nella Dichiarazione si rileva inoltre la mancanza di un chiaro approccio intersezionale. Sebbene vi sia una timida menzione delle diversità tra le donne, gli impegni presi dai leader non considerano pienamente le molteplici discriminazioni che queste possono subire ( ad esempio per le loro disabilità; etnia; orientamento sessuale; identità di genere ecc). Altra grande assente dal testo la prospettiva lgbt citata una sola volta nelle oltre 40 pagine del documento. Presente  invece un focus sul tema della disabilità, che tra l’altro per la prima volta sarà oggetto di una Conferenza ministeriale G7 ad ottobre. 

Concluso il Vertice, prossimo appuntamento sulle pari opportunità ad ottobre a Matera per la Ministeriale dedicata, dove i ministri e le ministre si riuniranno per rivedere i loro impegni comuni e condividere buone pratiche. Intanto a Borgo Egnazia è stato anche deciso di mobilitare 20 miliardi di dollari sul tema dello women empowerment.

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