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Inquinamento, l’impatto sul microbiota e sull’antibiotico resistenza

microbiota

L’inquinamento agisce in molti modi sulla salute umana, anche attraverso il microbiota, i miliardi di batteri, funghi e microrganismi che abitano nel nostro intestino e si stanno rivelando cruciali per la salute umana. Stando a uno studio italiano, l’esposizione ai metalli pesanti favorisce infatti nel microbiota intestinale – che metabolizza nutrienti, farmaci e contaminanti ambientali – lo sviluppo di antibiotico resistenza.

La ‘dieta’ del microbiota, come alimentare i batteri buoni

Questo ultimo lavoro, condotto dal Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e pubblicato su ‘Nature Communications’, conferma l’importanza di un approccio One Health: davvero la salute dell’ambiente è collegata a quella degli esseri umani. E questo a un livello molto più complesso e magari non così visibile rispetto a quanto tendiamo a pensare.

Non solo: i ‘nostri’ microrganismi si adattano alle condizioni ambientali a cui siamo esposti e i contaminanti ambientali spingono le popolazioni microbiche ad ‘attrezzarsi’ in maniera differente proprio sulla base degli stimoli che ricevono. Vediamo meglio come.

Inquinamento in Campania

Se il microbiota è protagonista di un numero crescente di studi, finora il modo in cui i microrganismi che vivono come simbionti dentro di noi rispondono all’inquinamento ambientale è ancora poco esplorato.

Il team di scienziati campani si è concentrato su una regione da tempo sotto i riflettori per le vicende legate alla ‘Terra dei Fuochi’. Fra gli interventi promossi a livello locale per contrastare l’inquinamento, il Piano Integrato Campania Trasparente è uno studio pionieristico che prevede il monitoraggio dei suoli, delle acque, dei prodotti agro-alimentari e il biomonitoraggio sulla popolazione, attraverso lo studio Spes (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile).

Obiettivo di Spes, promosso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno in collaborazione con l’Irccs Pascale di Napoli, è proprio quello di valutare la relazione tra inquinamento e salute in Campania, misurando in maniera sistematica i biomarcatori ‘chiave’ fra cittadini residenti nelle diverse aree della regione.

In questo ultimo lavoro gli scienziati hanno esaminato un sottogruppo di 359 soggetti, per valutare l’impatto dell’esposizione all’inquinamento sulla composizione del microbioma intestinale (il patrimonio genetico posseduto dal microbiota, ossia la totalità dei geni espressi da questi microrganismi) e sulle sue potenziali funzioni.

I risultati

Ebbene, la residenza conta: in soggetti provenienti da aree in cui l’impatto ambientale degli inquinanti è diverso, si osserva un differente incremento nell’intestino dei geni microbici legati alla degradazione o alla resistenza a queste sostanze. In particolare, l’esposizione ai metalli pesanti promuove, anche nel microbioma intestinale, lo sviluppo di antibiotico-resistenza.

Ma come mai? La resistenza ai metalli e quella agli antibiotici sono fenomeni spesso correlati, in quanto i geni coinvolti sono gli stessi o sono localizzati in punti vicini del genoma microbico, spiegano i ricercatori.

Questo studio rappresenta un’ulteriore evidenza del processo di co-evoluzione del microbiota intestinale con l’uomo. Sarebbe interessante capire come sfruttare queste capacità dei nostri microrganismi per favorire meccanismi di adattamento a situazioni di rischio ambientale.

Lo studio del microbioma “rappresenta un innovativo approccio nell’ambito delle correlazioni ambiente, cibo, salute. L’alterazione di questi batteri, che costituiscono il 3% del corpo umano, risulta responsabile di varie malattie tra cui obesità, patologie croniche degenerative e immunitarie. Studiare i fattori che influenzano la composizione di oltre 10.000 specie di batteri che ospitiamo, ci porta a sviluppare nuove strategie di profilassi e terapeutiche”, conclude il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone.

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