Non capita tutti i giorni di vendere un libro di 1.700 anni fa.
Il Codice Crosby-Schøyen di 104 pagine proveniente dall’Egitto è stato appena venduto all’asta per 3,9 mln di dollari (3,06 milioni di sterline). Ci si aspettava un prezzo compreso tra i 2,6 e i 3,8 mln di dollari.
Il libro, scritto in copto, risale al 250-350 d.C. e segna un periodo storico importante durante i primi anni del cristianesimo. È anche una delle più antiche testimonianze di un libro, così come lo conosciamo oggi. Un singolo scriba scrisse l’intero libro su 52 fogli nell’arco di quattro decenni.
Il codice viene messo all’asta come parte dei “capolavori manoscritti” della Collezione Schøyen, che secondo Christie’s è “una delle più grandi e complete collezioni di manoscritti di sempre”.
“È di importanza monumentale come testimonianza della prima diffusione del cristianesimo nel Mediterraneo: i primi monaci dell’Alto Egitto, nel primo monastero cristiano, usavano proprio questo libro per celebrare le prime feste pasquali, solo poche centinaia di anni dopo Cristo e solo un centinaio di anni dopo la stesura dell’ultimo Vangelo”, ha dichiarato alla CNN Eugenio Donadoni, senior specialist di Christie’s in manoscritti medievali e rinascimentali.
Il papiro è invecchiato bene grazie al clima secco dell’Egitto, diventando uno dei libri più antichi al mondo di proprietà privata.
Il Codice Crosby-Schøyen è passato di mano molte volte dalla sua scoperta negli anni Cinquanta, insieme ad altri testi religiosi chiamati Papiri Bodmer. Nel 1981 è stato acquistato dall’Università del Mississippi e nel 1988 dal collezionista norvegese Martin Schøyen. I testi più noti del Codice sono il Libro di Giona dell’Antico Testamento e la Prima Lettera di Pietro, ancora oggi letta nelle funzioni pasquali.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com
