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SumUp raccoglie 1,5 mld di euro. Segnali di ripresa dal fintech?

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Arriva un round da record per il fintech europeo: SumUp, la società che firma i pos e i registratori di cassa che oggi si trovano in molti esercizi commerciali, ha raccolto 1,5 miliardi di euro da finanziatori privati in un round guidato da Goldman Sachs. I fondi saranno utilizzati per “rifinanziare il debito esistente e cogliere nuove opportunità di crescita a livello globale”, dice la società. Lo scorso dicembre la fintech aveva già chiuso un round da 285 mln. Nel prossimo futuro, dice la Cfo Hermione McKee a Fortune Italia, non è prevista una quotazione.

SumUp, la scelta del private credit

Quella di SumUp costituisce una delle più grandi raccolte negli ultimi anni per il continente europeo. Questo round porta la raccolta di capitali della società a un totale di ​​2,085 miliardi, ricorda la Cfo.

Il metodo scelto da SumUp è quello del private credit, una forma alternativa di finanziamento per le imprese che cercano fondi senza emettere azioni sul mercato o chiedere prestiti in banca. Il vantaggio sarebbe (anche secondo la stessa Goldman Sachs) la protezione dalla volatilità del mercato e dai tassi d’interesse. Secondo Bloomberg, che per prima ha riportato la notizia del finanziamento, le aziende tecnologiche stanno scoprendo il private credit per finanziarsi soprattutto nei casi in cui la redditività è limitata ma il potenziale di crescita è alto.

Nel caso di SumUp, i conti parlano di un “Ebitda positivo da dicembre 2022 e può vantare oltre dieci anni di crescita sostenuta”. Per questo, secondo l’azienda, “il mercato ha risposto con grande interesse al round, che ha attirato una domanda di investimento di gran lunga superiore alla richiesta”.

Chi ha investito in SumUp

I nuovi investitori di SumUp sono AllianceBernstein, Apollo Global Management, Arini, Deutsche Bank AG, Fortress Investment Group, SilverRock Financial Services e Vista Credit Partners, che si aggiungono alle realtà che hanno investito nelle precedenti operazioni, tra cui i fondi gestiti da BlackRock, Crestline Investors, Liquidity Capital, Oaktree Capital Management, Sentinel Dome e Temasek, con Goldman Sachs alla guida dell’operazione. Freshfields Bruckhaus Deringer LLP ha svolto il ruolo di consulente legale di SumUp nell’operazione.

SumUp, la Cfo: “Per ora niente quotazione”

Secondo Hermione McKee, Cfo di SumUp, con l’espansione dell’azienda – nata più di dieci anni fa – e dell’ecosistema di prodotti e servizi, “è cresciuta anche l’esigenza di capitale per sostenere e proseguire il percorso di espansione”. Fondata nel 2012, SumUp lavora già con oltre 4 milioni di esercenti in 36 mercati nel mondo, e un paio di anni fa ha unificato i servizi per i commercianti in un’app con un conto e una carta aziendale, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre ai terminali e i registratori di cassa in cui vengono integrati pagamenti di persona e a distanza.

Considerando l’importo di questo round, il prossimo passo potrebbe essere una Ipo? A Fortune Italia McKee spiega che “per questa operazione abbiamo coinvolto partner strategici, che apprezzano il valore a lungo termine dell’azienda sia dal punto di vista della crescita, che della redditività. Ci viene spesso chiesta la possibilità di una quotazione in borsa, ma non rientra nella nostra tabella di marcia a breve termine, perché siamo concentrati sulla crescita continua del nostro ecosistema per supportare un numero sempre maggiore di commercianti in tutto il mondo”.

“La nostra storia è la dimostrazione che continuare a provare e restare fedeli alla propria visione funziona”, dice la Cfo. “La principale sfida che abbiamo dovuto superare, e che affrontano molte altre startup, è rendere sostenibile il nostro business nel lungo termine. All’inizio la crescita è rapida, ma per restare competitivi sul mercato a lungo è fondamentale trasformare questa ipercrescita in una crescita sostenibile. Il primo passo è assicurarsi che i prodotti e servizi continuino a soddisfare le esigenze del pubblico di riferimento. È importante concentrarsi su soluzioni scalabili che possano rispondere a queste esigenze senza aumentare i costi di produzione”. La crescita del business però non basta: “È essenziale sviluppare ulteriori livelli di innovazione, poiché le startup di successo a livello globale sono quelle che hanno sviluppato in modo ottimale prodotti, processi e strategie di vendita in fasi diverse”.

I piani in Italia

Quali sono i piani di SumUp nel nostro Paese? McKee dice che “l’Italia è uno dei mercati più importanti per l’azienda dove osserviamo un grande potenziale. Ne è prova la costante crescita dei pagamenti digitali, che nel 2023 sono saliti del 35% a livello nazionale, con velocità diverse nei vari territori, ma con tassi superiori al 20% anche nelle province con la crescita più lenta. È la dimostrazione che pagare con carta o altri strumenti alternativi ai contanti sta diventando un’abitudine sempre più radicata nei consumatori e che i commercianti sono sempre più evoluti nella loro offerta di opzioni di pagamento”.

Il fintech in attesa di ripartire

La capacità di attrarre investitori per la fintech si inserisce in un contesto che per il settore non è esattamente idilliaco. Non solo in Italia, dove nel 2023 le startup Fintech & Insurtech hanno raccolto 174 mln di euro, in calo dell’81%, secondo i dati dell’Osservatorio dedicato del Politetecnico di Milano.

Secondo un’analisi di Pitchbook sullo scorso anno, nel 2023 le aziende che da tempo hanno affiancato le banche nei servizi finanziari hanno visto un rallentamento degli investimenti del 43% rispetto all’anno prima, con 34,6 mld raccolti e il livello più basso degli ultimi cinque anni. Allo stesso tempo sono diminuite le valutazioni delle startup stesse, del 13%, mentre le quotazioni in Borsa sono state congelate (le Ipo sono diminuite del 76% in termini di valore delle exit).

Ma gli osservatori dicono che nel 2024 la situazione potrebbe cambiare: si parlava a inizio anno di una Ipo dell’americana Stripe (che però ora non sembra avere fretta, proprio grazie alla capacità di attrarre capitali dai mercati privati). Una società europea, la fintech svedese dei pagamenti a rate online, Klarna, potrebbe essere vicina a una Ipo negli Stati Uniti, secondo quanto riportato da alcune testate a inizio anno.

Secondo la Cfo di SumUp, il panorama dei pagamenti sta andando verso un consolidamento: “Nel 2024 è probabile che si assista a un’evoluzione del settore dei pagamenti digitali in risposta a un contesto economico sempre più competitivo. In questa fase di consolidamento, si assiste a una competizione più accesa tra pochi attori dominanti nel settore, in grado di distinguersi maggiormente per innovazione, scalabilità e la capacità di adattarsi rapidamente al contesto economico in continua evoluzione, favorendo l’adozione di soluzioni integrate, globali e affidabili”. Insomma, “nel 2024 i pagamenti digitali potrebbero orientarsi verso un’ottica di maggiore personalizzazione, sicurezza e adattabilità alle esigenze finanziarie dei consumatori, con un numero limitato di players dominanti che si distinguono per la loro capacità di innovazione e adattamento al cambiamento”.

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