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Vaticano chiama, tech USA risponde: Cisco firma la Rome Call for AI Ethics

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Mentre a pochi metri di distanza, sotto il porticato di San Pietro, inizia la fila per l’udienza del mercoledì di Papa Francesco, dentro Palazzo Cesi il rumore dei fedeli non si sente. Il cardinal Pierdonato Cesi – che ha ristrutturato l’edificio nel 1500 – ci sapeva fare, dice Padre Paolo Benanti nel cortile del palazzo. Con il presidente della Pontificia accademia per la vita Vincenzo Paglia e con il Ceo del gigante mondiale della tecnologia Cisco, Chuck Robbins, Benanti (figura di spicco per l’AI vaticana e nazionale, ordinario di Etica delle tecnologie della Pontificia Università Gregoriana) ha appena incontrato il Papa per parlare di etica e intelligenza artificiale. Un preludio alla firma della Rome Call for AI Ethics, il documento creato dalla Pontificia Accademia per la Vita del Vaticano e promosso dalla Fondazione RenAIssance, avvenuta poco dopo proprio in palazzo Cesi.

Cisco è la prima grande azienda del panorama tecnologico americano a firmare il documento dai tempi dell’esordio della call nel 2020, quando a impegnarsi furono Microsoft e Ibm. Nel frattempo sono arrivate altre firme di peso, come quella dei rappresentanti delle religioni monoteiste nel 2023.

Roma, 24 aprile 2024.Palazzo Cesi Incontro Paglia, Benanti, Chuck Robbins, CEO di “Cisco” (Cisco System Inc.)
Palazzo Cesi, la firma della Rome Call di Chuck Robbins, Ceo di “Cisco” – credits Vatican Media – Agenzia Siciliani

Cosa è la Rome Call for AI Ethics

Ideato dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Fondazione RenAIssance (istituita da Papa Francesco appositamente e di cui Benanti è direttore scientifico) la Rome Call for AI Ethics è stata firmata quattro anni fa dall’allora ministero dell’Innovazione italiano e da istituzioni come FAO, dettando principi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy. Viene sancito, insomma, un approccio etico all’intelligenza artificiale e il rifiuto a un uso discriminatorio della tecnologia. Un approccio necessario: Robbins ricorda che “l’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il nostro mondo, presentando grandi opportunità, ma anche nuove sfide”.

Il ritorno di Robbins in Vaticano

Non si tratta del primo viaggio in Vaticano per Robbins, che si era recato dal Papa l’ultima volta sette anni fa: “Avevamo parlato del nostro purpose e di cosa possiamo fare per la comunità, dei nostri programmi educativi nelle prigioni per una seconda chance” ai detenuti. L’esordio di quest’ultima iniziativa, ricorda Robbins, era avvenuto proprio in Italia.

Vaticano, 24 aprile 2024.<br />Papa Francesco incontra Chuck Robbins, CEO di "Cisco"
Papa Francesco incontra Chuck Robbins. Con loro anche Paolo Benanti, Vincenzo Paglia,  l’Ad di Cisco Italia Gianmatteo Manghi e il vice Presidente di Cisco Sud Europa Agostino Santoni. Credits Vatican Media / Agenzia Siciliani

Sette anni dopo, il capo della società che ha “costruito la tecnologia alla base di Internet e che aiuta a connettere al mondo”, dice il Ceo, torna in un panorama tecnologico completamente diverso, sia in Vaticano sia a Palazzo Chigi.

Un panorama nel quale l’etica dell’AI ha trovato spazi e rilievo come non era mai successo, mentre il Governo italiano sforna il primo ddl basato sulle regole europee dell’AI Act. Non è un caso se nell’affollata agenda italiana di Robbins ci sia, oltre a quello con il Papa in Vaticano, anche un incontro con Giorgia Meloni, oltre che a una visita a Claudio Descalzi, Ad di Eni, con cui Cisco partecipa all’iniziativa ROAD per l’innovazione italiana.

“Ogni tecnologia porta con sé sempre grandi promesse e grandi preoccupazioni”, dice Robbins, e l’AI è una di quelle in cui il concetto è particolarmente azzeccato. “Quando abbiamo iniziato a lavorare sull’AI abbiamo deciso di seguire una serie di principi (il Cisco Responsible AI Framework, ndr). Il nostro ruolo è connettere un tecnologia che permetta ai clienti di usare l’intelligenza artificiale. Il motivo per cui siamo qui è che crediamo che l’AI possa risolvere alcuni dei maggiori problemi della società, e noi siamo impegnati a portare avanti soluzioni che portino benefici in maniera etica”. Secondo il Presidente e Ceo di Cisco “i principi della Rome Call sono in linea con la convinzione di Cisco che la tecnologia debba essere costruita su una base di fiducia ai massimi livelli, al fine di promuovere un futuro inclusivo per tutti”.

Firmare la Rome Call, per le aziende, non significa investire in termini economici (sarebbe un conflitto di interessi per la fondazione, spiega Benanti a Fortune Italia). Ma promuoverla in un’azienda che probabilmente dovrà assicurare la sicurezza nell’utilizzo dei modelli amplia di molto la portata dei principi. “È un’azienda che riveste un ruolo cruciale come partner tecnologico per l’adozione e l’implementazione dell’intelligenza artificiale offrendo competenze per l’infrastruttura, la sicurezza e la protezione dei dati e dei sistemi di AI”, ha dichiarato l’arcivescovo Paglia.

Palazzo Cesi, la firma della Rome Call di Chuck Robbins, Ceo di “Cisco” - credits Vatican Media – Agenzia Siciliani 
Palazzo Cesi, la presentazione della firma della Rome Call da parte di Chuck Robbins, Ceo di “Cisco” – Credits Vatican Media/Agenzia Siciliani

Rispondendo a una domanda di Fortune Italia, Robbins dice che il gigante americano di infrastrutture IT e cybersecurity sta cercando di integrare i principi etici dell’AI nelle sue soluzioni tecnologiche. “Stiamo riflettendo sul fatto che nelle soluzioni sui sicurezza per modelli AI devi creare la capacità, per i clienti, di filtrare le risposte non etiche”, dice il Ceo.

Proprio sulla sicurezza l’azienda ha appena lanciato l’iniziativa più importante nella sua storia (così l’hanno definita gli stessi vertici di Cisco), annunciando nuove soluzioni AI per la sicurezza delle reti sotto il cappello di un ‘Hypershield’ che automatizza la difesa di ogni nodo della rete, dai data center ai dispositivi. Un annuncio che, rispondendo a minacce informatiche che con la Gen AI sono diventate sempre più gravi, coincide di fatto con il vero sbarco della multinazionale nell’arena AI moderna, già popolata dalle società e startup che hanno creato le sue applicazioni generative più celebri, come ChatGpt, Llama e Gemini. I ‘bad actors” che usano l’AI esistono, ed è per questo che Cisco ha investito così tanto sulla cybersecurity (ad esempio 28 mld di dollari per l’acquisizione di Splunk negli scorsi mesi), dice Robbins.

Sugli investimenti in Italia Robbins non fornisce cifre. Ma ricorda che l’Italia sta cercando di diventare un nuovo importante centro di sviluppo dell’AI, e che è importante che al contempo i Governi creino delle regole da seguire.

Intelligenza artificiale, approvata la legge italiana per evitare abusi e rischi

Gianmatteo Manghi, che guida Cisco in Italia, ricorda che la multinazionale ha messo a disposizione il suo centro italiano specializzato in quantum computing, altra rivoluzione tecnologica che rischia di diventare un rischio tanto quanto opportunità, considerato che potrebbe essere utilizzata anche dal cybercrimine.

Il Vaticano e le prossime tappe della Rome Call

Il documento firmato da Robbins è al suo quarto anno di vita, e l’ultimo risultato è stata la firma da parte delle fedi abramitiche, con il Forum for peace per l’Islam e il Gran rabbinato di Israele. “Oggi sappiamo che la richiesta per un approccio etico e diventata globale”, spiega Paglia, ricordando che “il Papa che ci ha ricevuti in udienza ha sottolineato l’importanza di un’etica che guidi lo sviluppo della tecnologia”. La call e i suoi partner, dice Paglia, possono aiutare nella definizione di standard etici e possono spingere la politica internazionale ad adottare regole comuni per le nuove tecnologie”.

La firma di Hiroshima e il sogno dell’algoretica

Benanti (che solo 15 anni fa aiutava a cablare conventi proprio con la tecnologia Cisco, racconta durante la presentazione della firma) annuncia che il prossimo passo è quello di includere anche le fedi orientali. La firma sarà nella seconda decade di luglio a Hiroshima, dove “le religioni non offriranno regole” ma chiederanno che la sapienza umana possa portare il “tech a servire il bene umano”. Il testo della Rome Call infatti non raccoglie norme o valori, ma principi, come quello di minimizzare i danni dell’adozione della tecnologia. “La novità è che oggi gli llm possono avere influenza su coesione sociale e costruzione consenso. Per questo stiamo lavorando perché ci possa essere una dichiarazione più specifica su come i principi incontrano questa nuova sfida. Ci stiamo lavorando, perché è una mediazione tra lingue e competenze diverse”, spiega Benanti.

Dopo i responsabili del mondo ebraico ed islamico in estate ci sarà la firma di religiosi “buddisti, induisti scintoisti in modo che si possa trovare una comune vocazione alla convergenza e all’inclusione. La dimensione etica richiede che le religioni siano consapevoli della loro responsabilità nella formazione della coscienza dei popoli”, dice il presidente della Pontificia accademia per la vita del Vaticano. L’algoretica si sta trasformando da sogno in realtà, aggiunge. L’arcivescovo si augura presto ci sia “una assemblea generale della politica sulle nuove tecnologie, come c’è stata quella per il clima. Senza un consenso etico di base la politica avrebbe poca forza. Ma un movimento di base che chiede il rispetto dell’umano può aiutare la politica a legiferare. Il sogno diventa realtà se tutte le istituzioni convergono su una decisione”.

 

Nella foto in evidenza Papa Francesco incontra Chuck Robbins, CEO di Cisco. Courtesy Vatican Media / Agenzia Siciliani

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