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Intelligenza artificiale, approvata la legge italiana per evitare abusi e rischi

Intelligenza artificiale e umana

L’Italia fa un passo decisivo nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) con l’introduzione di una legislazione che cerca di regolamentare e incanalare lo sviluppo di questa tecnologia avanzata e potenzialmente trasformativa. Il nuovo disegno di legge, promosso dal governo italiano, pone importanti paletti per garantire che l’evoluzione dell’AI avvenga sotto una rigorosa supervisione, evitando abusi e rischi associati.

Il provvedimento mira a declinare il regolamento europeo AI Act, integrandolo con norme specifiche che mantengono l’essere umano al centro di ogni processo decisionale. In un’epoca in cui l’IA sta iniziando a permeare settori critici come la giustizia e la sanità, il governo ha stabilito che Palazzo Chigi sarà il fulcro strategico, mentre l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale fungeranno da Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale, con compiti di monitoraggio e vigilanza.

Un aspetto innovativo e di particolare rilievo è l’introduzione di un nuovo reato, che prevede pene da 1 a 5 anni di reclusione per chi provoca danni tramite l’uso dell’AI. “L’aspetto penale può essere devastante perché può creare una realtà che non è più virtuale ma reale”, ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sottolineando l’importanza di una normativa che intervenga energicamente quando necessario.

Allo stesso tempo, il provvedimento cerca di incentivare l’attrazione di talenti e investimenti nel settore, estendendo le agevolazioni fiscali per i rimpatriati anche agli esperti di AI che hanno lavorato all’estero. Inoltre, l’Italia si impegna a investire pesantemente nello sviluppo dell’AI, con un miliardo di euro destinato tramite Cdp Venture Capital per sostenere la nascita e la crescita di start-up innovative.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha evidenziato come il provvedimento non solo sostenga la creazione di un “campione nazionale” in campo di AI, ma anche come faciliti l’integrazione di queste tecnologie nelle oltre 4 milioni di piccole e medie imprese italiane, con l’obiettivo di migliorare la produttività e la qualità delle prestazioni lavorative.

Con 25 articoli, la legge delineata vuole anche garantire che l’introduzione dell’AI nei vari ambiti operativi avvenga in modo da supportare e non sostituire il giudizio umano. Che sia nell’ambito giudiziario, sanitario o della pubblica amministrazione, la tecnologia servirà da supporto alle decisioni umane, senza mai prenderne il posto.

Questo approccio bilanciato riflette una visione chiara: l’AI deve essere uno strumento al servizio dell’umanità, non un sostituto. L’Italia, con questa legislazione, si pone all’avanguardia nella gestione delle sfide e delle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, cercando di massimizzare i benefici mentre minimizza i rischi potenziali.

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